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sabato 26 maggio 2012

Chiese e moschee, confronti


Se si osserva la Cupola e l'interno della Sacrestia di Santa Maria delle Grazie a Milano, voluta nel 1463 dal colto mecenate e duca di Milano Francesco Sforza, terminata nel 1482,attribuita dalla storiografia a Donato Bramante, ma probabilmente eretta da Giovanni Antonio Amadeo, il cui nome èpresente in un contratto d'opera, si puó notare una forte analogia tra il romanico lombardo e le costruzioni a pianta centrale fatte erigere in epoca tardoantica da imperatori quali Teodorico(mausoleo di Ravenna) o Carlo Magno (cappella palatina di Aquisgrana); ma qui gli storici dell'architettura a nostro parere dimenticano di citare il classicismo gotico asturiano e le chiese a pianta centrale del nord della Spagna, visigote. Sappiamo che i visigoti venivano dalla Dacia, ed erano quindi di origini germaniche orientali. Sono evidenti rapporti diretti con il mondo tardo antico bizantino, nei tondi dei pennacchi delle volte e nefli stessi decori degli archi. Sopratutto dovremmo guardare all'Esarcato di Ravenna, dove si conserva il battistero degli Ariani in Santa Maria in Cosmedin, con un grande cerchio centrale in un ricco mosaico (sotto); quei simboli che erano stai introdotti dunque dal movimento culturale e religioso dell' Arianesimo nelle chiese dell'area ravennate e anche del Sacro Romano Impero carolingio, della cui influenza risentiva anche il regno delle Asturie.
 Sopra destra vediamo l'interno della Moschea Blu di Istambul, che mantiene caratteristiche bizantine antiche, affini al mondo ravennate, seppur portate alla scala magniloquente del XVII secolo, anno della sua costruzione; abbiamo visitato l'edificio nel 2010 (foto di Valentina Pica).




Analisi simili si possono fare per l'interno della Sagrestia Vecchia della Basilica di San Lorenzo a Firenze (sopra), opera di Filippo Brunelleschi, d'epoca anteriore a quella della chiesa milanese (terminata del 1428).
Lo schema di questa architettura magistrale del primo rinascimento venne ripresa da Michelangelo nella sua Sagrestia Nuova, inserita nella stessa basilica (1520-36), anche se lo scultore aretino seppe suddividere gli spazi mediante i ritmi degli ordini architettonici in modo plastico e innovativo.

Torniamo a legare un grande architetto del nostro primo Rinascimento quale fu Brunelleschi con il vicino mondo mediorientale. Se osserviamo la moschea di Omar, o cupola della Roccia, di Gerusalemme, ci rendiamo conto di quanto l'Islam rivaleggiasse giá dal tardoantico con il Pantheon di Roma,utilizzando maestranze bizantine dei territori palestinesi conquistati. Fu costruita fra il 687 e il 691, nell'era degli Omayyadi, dal 9º Califfo, ʿAbd al-Malik ibn MarwānFirenze rispose nel suo momento di splendore con un altro simbolo, contrapposto ad un mondo alieno alla cristianitá e che per di piú aveva usurpato le terre del sepolcro di Cristo, la cupola di Brunelleschi di Santa Maria del Fiore.




Le grandi potenze signorili dell'Italia del '400 assistevano all'avanzata dei Turchi ottomani in oriente, presenti nel Mediterraneo sin dal XIV secolo e che si spinsero ripetutamente alle porte dell'Italia, arrivando a occupare Otranto nel 1480. Nel libro di Stefano Borsi Leon Battista Alberti: tra Venezia e Ferrara si stabilisce una realzione diretta tra l'arte che influenzó il successivo Rinascimento dell'architetto Genovese e il mondo ereditato dall'esarcato e la Serenissima, con i suoi contatti continui con Costantinopoli. Sulla rivalitá in corso nel '400 tra Oriente e Occidente è importante il commento di Stefano Borsi nella pagina 27 del libro: <<Non sono infrequenti, nei giudizi dei prelati orientali giá in allarme per la pressione turca, gli apprezzamenti per una superioritá tecnologica degli occidentali, motivo di grande speranza per poter resistere con successo all'avanzata ottomana. Il noto elogio epistolare di Bessarione alla cupola di Brunelleschi é in questo assolutamente esemplare: si punta sulla qualitá, preso atto che la sfida non puó reggere sul piano quantitativo>>.L'architetto e scenografo fiorentino si serví dell studio dell'apparecchio di laterizi "a spinapesce" per i ventagli racchiusi tra le nervature della volta, affinchè fossero piú sottili, quindi leggeri, ma resistenti. Questo sistema costruttivo fu studiato da Choisy durante i suoi viaggi a Bisanzio, e si riscontra nell'oriente tardoantico, anche in Siria. Cionostante, il sistema nervato di Brunelleschi deriva da una tradizione gotica, per certi aspetti aliena al mondo delle maestranze bizantine, e affine a quel mondo germanico-lombardo del nord europa comune a franchi e visigoti.
Cupola di Brunelleschi, Duomo di Santa Maria del Fiore, Firenze, 1420-36.
Ci potremmo soffermare a pensare che questo tipo di architettura fornisce oggi un chiaro ed emblematico esempio di dialogo moderno tra innovazione tecnologica e tradizione, tra Oriente e Occidente, pur essendo stata concepita in un contesto politico di frizione e rivalitá tra l'Italia e l'oriente ottomano.

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